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in questo sito parliamo di tante cose, molte delle quali vertono sulle nostre Valli, prima di tutto dal punto di vista della musica popolare e tradizionale (non o non solo occitana, anche perchè, parlando di musica, probabilmente davvero non esiste una musica occitana) e poi di tutto un mondo che ci sta dietro.
NON CI OCCUPIAMO delle annose diatribe tra occitanisti ed occitanisti, tra questi ed i provenzalisti, tra associazioni, giornali e chi più ne ha più ne metta, le quali spesso nascondono vecchie ruggini personali di “famiglie” di studiosi, ricercatori e appassionati che, purtroppo (o per fortuna, a seconda delle visioni), non sono mai riuscite a rappresentare il mondo delle Valli e sono spesso state poco più che l’espressione di se stesse
ma tant’è, alcuni interventi di gente che probabilmente non abbiamo mai incontrato ad una festa ne ha mai sentito un nostro concerto, riprendendo polemiche da altri siti, ci spingono a fare qualche precisazione in merito a cose che, a nostro parere, poco hanno a che fare con i veri problemi e la realtà attuale delle nostre Valli.
quindi, anche un po’ di malavoglia, ecco come la pensiamo:
crediamo nella libertà di definirsi come si vuole: occitani, provenzali alpini, o in qualunque altra maniera.
crediamo altresì che la parola “occitano” sia ampiamente diffusa nelle Valli (almeno Germanasca, Chisone, Pellice, Po e Varaita che conosciamo più direttamente), che molta gente vi si riconosca.
pur essendo in qualche maniera un neologismo (per le nostre Valli) sia utile a descrivere i dialetti della Lingua d’Oc (da cui occitano, appunto) che sono molti, diversi e in qualche modo ad essa riconducibili
crediamo che, ancora di più forse che la parola, sia sentito e diffuso l’utilizzo della croce di Tolosa come simbolo di tutte le genti d’Oc.
questo simbolo non fa parte della tradizione antica delle nostre Valli (mentre ne fa parte la croce catara che potete trovare per esempio a Bellino, Chianale ecc. incisa su pietre antiche murate) ma crediamo che attualmente sia riconosciuto (quanti giovani e meno giovani delle nostre Valli lo portano al collo? su quanti tetti appena finiti si vede sventolare?) come tale e che non ci sia niente di male ad usarlo quale simbolo di appartenenza ad una minoranza linguistica ampia che unisce i popoli d’Oc fino ai pirenei.
crediamo che dire “a nosto modo” sia l’espressione più giusta per descrivere la nostra lingua (proprio perchè non sappiamo parlare una lingua vera e propria ma dei dialetti) ma che se vogliamo fare un discorso più ampio, anche solo nelle nostre Valli, sia auspicabile l’uso di una parola convenzionale.
nella lapide di fondazione dell’Escolo dòu Po a Crissolo (vedi la nostra sezione culturale nel sito sempre che qualcuno non si ritenga superiore a certa cultura spicciola...) essa è definita, riprendendo il documento del 1961, “associazione provenzale-occitanica”, forse che i padri ragionavano meglio dei figli?
Nel giornale di Coumboscuro, fino alla fine degli anni ’90, appariva la croce di Tolosa proprio sulla prima pagina, poi sostituita da una bandiera a strisce rosse e gialle della Provenza...
premettendo che nessuno di noi è un linguista, crediamo che, anche a livello scientifico, i nostri dialetti siano molto più vicini a quelli del delfinato che a quelli della provenza, pensiamo quindi al provenzale come ad un dialetto che fa parte della grande famiglia delle parlate d’Oc cui i nostri non appartengono propriamente ma, di sicuro, non ci offendiamo se qualcuno vuole usarlo continuando una tradizione antica che definiva provenzali i patois delle nostre Valli
crediamo che una lingua per essere funzionale debba poter essere scritta oltre che parlata. possibilmente anche insegnata nelle scuole, PARTENDO SEMPRE DAL DIALETTO LOCALE per arrivare a qualcosa di più ampio e scientifico.
noi scriviamo con le regole dell’Escolo dòu Po (con molti errori, probabilmente) perchè riteniamo questa grafia adatta a descrivere le diverse parlate, occupandoci anche di canto popolare.
Riteniamo tuttavia possibile una normalizzazione (a livello grafico) che permetta una comprensione più ampia tra i popoli d’Oc ed ancor prima tra quelli delle Valli, anche in considerazione delle esperienze avute con contatti con suonatori e amici francesi linguadociani e della Val d’Aran durante i quali ci siamo resi conto dell’importanza di certe scelte.
Noi però non siamo interessati ne ci interessiamo a questo problema come gruppo.
In ogni caso non abbiamo intenzione di cambiare la maniera di parlare di nessuno e, anzi, saremo sempre difensori delle particolarità delle singole parlate perchè non è nell’omologazione che risiede la ricchezza di un popolo o di una minoranza.
CREDIAMO SOPRATTUTTO CHE TUTTE QUESTE SIANO FALSE PROBLEMATICHE IDEOLOGICHE CHE CI DISTOLGONO DALLE COSE VERAMENTE IMPORTANTI.
Vorremmo poter dire che queste diatribe artificiose dividono la gente delle Valli rendendola debole.
Purtroppo non è nemmeno così: tutto queste polemiche non dividono nessuno perchè non interessano se non una parte minima degli abitanti! Hanno l’unico risultato di far pensare a tutti gli altri che da occitanisti, provenzalisti ecc. ecc. non arrivano che discussioni che interessano solo loro, evidentemente, non sempre per motivi culturali...
quindi noi tiriamo dritti per la nostra strada, che è quella di suonare e cantare in giro per le nostre valli, trovarsi nelle osterie e far mattina perchè questo ci diverte.
continueremo a farlo parlando come ad un fratello con chi si sente occitano, provenzale o qualsiasi altra cosa e facendo di tutto per sostenere i diritti di queste terre di confine, per far si che non scompaiano cultura, lingua, tradizioni e... gente.
E lo faremo parlando... a nosto modo.
Charé Moulâ
suonatori delle Valli Germanasca, Po e Varaita.
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