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LE PARLATE DI MEDIA E BASSA VALLE  
Le medie e basse Valli hanno invece una storia differente.
Da sempre abituate ai più frequenti e duraturi contatti con la pianura, hanno conservato un dialetto prettamente occitano probabilmente sino alla metà del XV secolo, per poi staccarsene (molto lentamente) ed aggiungere sempre più vocaboli e costruzioni lessicali della pianura alla propria parlata.
Ancora durante la cosiddetta "rivolta dei vitun" dell'anno 1798, un rappresentante della rivolta, proveniente da Paesana, non riuscì a farsi comprendere in quel di Cavour (che dalla Val Po dista qualche decina di Km) perché parlava un dialetto "incomprensibile", e, scambiato per un rappresentante della parte avversa, veniva ucciso dalla popolazione (probabilmente avrà fatto di tutto per evitarlo…).
A testimonianza dell'antica parlata (alcune delle cui caratteristiche più importanti sono sopravvissute sino alla fine del secolo scorso in bassa Valle, sino alla Ima guerra mondiale in media Valle e spesso sino ai giorni nostri nelle borgate) vi sono ancora parecchi toponimi che si rifanno all'odierna parlata dell'alta Valle.
Per esempio, incontriamo nella Val Infernotto la "Madona d'la neou", a Bagnolo P.te, l'Issart a Barge; in Val Po, a Paesana (il paese della maggior parte dei componenti il gruppo dei Charé Moula') non abbiamo che l'imbarazzo della scelta, riportiamo solo i più indicativi: Choulera, Chanlounc (da Champ Lounc), Gardiola, Jas Chabré, Prá Vierm, I Chämp, la Tuna, Prá dal Tach, le Chabrotte, l'Ubac, Lou Ser, le Pouitëtte, Chaplas, Coumba la fea, Serumian, Prà dal Pré, Ubaquèt, Champ Mulin, Patarel, Truc, le Ramai, Riva d'ì Paire, Pra Lounjèt, Rouchasot, Choutas, Prà a le Rësiaire, Chabrunat, Marì Luec, Pian d'ì Lù, Chò dal Vère, la Rouchaia, I Quiot, lou Galinat, i Jourden. ecc. ecc. (e gli esempi potrebbero continuare con toponimi occitani di Sanfront, Rifreddo, Martiniana, Gambasca o della Val Bronda).

Oggi in Val Po, partendo dalla bassa valle, si incontra un dialetto piemontese che, man mano che si sale verso l'alta valle, acquista sempre più i caratteri di un dialetto occitano.

CARTINA DELLE PARLATE DELLA COMUNITA' MONTANA
VALLI PO, BRONDA ED INFERNOTTO

LEGENDA: le colorazioni vanno dal rosso scuro (parlata prettamente occitanica) fino al giallo chiaro (parlata prettamente piemontese) attraverso una serie di sfumature che rendono l'idea della situazione della cosiddetta "zona grigia" (qui rappresentata con sfumature dal rosso vivo all'arancione pallido).
ROSSO SCURO
dialetti prettamente occitanici
ROSSO VIVO
parlata mista con forti contaminazioni piemontesi
ARANCIONE
sopravvive qualcosa dell'antica parlata occitanica su un'attuale dialetto piemontese
ARANCIONE PALLIDO
parlata piemontese con antiche influenze occitane
GIALLO
parlata prettamente piemontese in cui si possono ancora riscontrare alcune rare influenze occitaniche
GIALLO CHIARO
parlata piemontese
se vuoi capirci qualcosa in più clicca qui ... e aspetta che la cartina ingrandita si apra mentre conti gli scatti del telefono


Se a Revello (Arvel) molte di queste caratteristiche si possono trovare ormai solo più nella parlata di qualche anziano di campagna, già a Rifreddo il piemontese lascia qualche spazio ai residui dell'antica lingua. Ma a sorprendere maggiormente sono le borgate di Sanfront (S. Frount) e Paesana (Payzana - Peyzana a seconda dei posti), che mantengono moltissime caratteristiche occitane all'interno di una parlata che gli stessi piemontesi faticano a comprendere.

Ancora oggi, in alcune borgate di S. Frount e Peyzana, l'infinito dei verbi della prima coniugazione è in a (ad es. minjáa, baláa ecc.), negli stessi posti si riscontra, anche nei giovani, l'uso di "mai" per dire "di nuovo". Sempre parlando di Paesana (ën chit oumage a noste pais) occorre sottolineare la numerazione come avviene ancora nelle borgate: un, doi, tré, quatre (o quat) sinc, ses, sét, oet, nëou, des, ounze, douze, treze, quatorze, quinze, seze, diset, disioet ecc., che denota un perfetto assemblaggio del dialetto piemontese con la lingua occitana.Ancora molti sarebbero gli esempi da riportare, di dialetti delle borgate di media valle che affondano le loro radici nella lingua antica, peccato che molti ragazzi che ancora sanno parlare "a la moda veia" si vergognino delle loro radici.

Paesana (Peizana), Val Po: strada agro pastorale sopra la borgata Ferrere (Le Frere), una delle molte borgate alpine con parlata mista piemontese - occitano della media Val Po, sullo sfondo il Monviso (Visou) la montagna più alta delle Valli d'Oc. (foto Crespo Enrico)

Il turismo, l'emigrazione, la scolarizzazione e la vergogna di un passato di povertà e arretratezza, hanno spinto, di generazione in generazione, i parlanti di bassa e media valle a piemontesizzare sempre più il proprio dialetto.Particolarmente interessanti le parlate di Coumba Albëtta (S. Frount), d'la Crous, de Naiasc, d'en Pra Vierm, d'la Coumba d'l'Erasca, d'la Guisola, d'le Counsinere e d'le Frere (Peyzana). Tra quelli più conservativi in Paesana vi è il dialetto della zona delle Grenje, ai confini con il territorio di Ostana.

- CLICCA QUI PER UN ESEMPIO DI PARLATA DI ZONA GRIGIA

- L'ESCARTAPLARI: piccola raccolta di parole a la moda veia dë Peizana

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