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LA REALTA' ATTUALE
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Attualmente l'occitano - normalmente detto patois (che ha però spesso un significato dispregiativo) o " nosto modo" - è parlato, nelle sue varianti locali, da circa tre milioni di persone nella Francia del Sud, in Val D'Aran (situata nei Pirenei spagnoli e facente parte della Provincia Autonoma Catalana), a Guardia Piemontese (Calabria) ed in 13 valli alpine delle Province di Cuneo, Torino ed Imperia.
Dopo anni di inosservanza dell' art. 6 della Costituzione Italiana ("la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche"), finalmente, nel 1999, la minoranza occitana è stata riconosciuta da una legge dello Stato, la 482, assieme a sardi, ladini friulani, albanesi di Calabria, griki ecc. Nello stato spagnolo la Catalunya riconosce nei propri statuti il diritto al bilinguismo nella Val d'Aran, dove l'occitano è diventato lingua diffusa nella vita pubblica, mentre il più vasto territorio occitano nello stato francese attende ancora il riconoscimento della propria identità linguistica" (nonostante i ripetuti pronunciamenti in questo senso da parte della Comunità Europea).
La percezione che si aveva del nostro territorio prima della sua comparsa era, infatti, di un'area marginale e depressa del Piemonte. Di un "mondo dei vinti" senza futuro. "Occitania" ha significato aprirsi a un mondo nuovo, a nuove prospettive. Per la prima volta nella loro storia le Valli hanno intravisto la possibilità di costruire, a partire dall'identità d'oc, una vicenda comune, un programma coerente di sviluppo. Ed è emersa l'aspirazione a mostrasi come territorio riconoscibile, portatore di una cultura antica, i cui valori sono alla base della costruzione europea. Il filo rosso che tutto lega e tutto cuce è stata naturalmente la lingua. E là dove la lingua oggi è debole, è stata la cultura che, come sappiamo, spesso sopravvive alla lingua.Ciò non significa che nelle Valli non continui a operare una certa iniziativa localista, del piccolo è bello, del folclore che si autoreclude nella catalogazione puntuale delle tradizioni della propria borgata alpestre, del villaggio, della parrocchia. Iniziative commoventi per certi aspetti, ma sterili se non collocate in un vero progetto di sviluppo. [ 1 ].
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LE GRAFIE
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Attualmente nelle Valli italiane la grafia più utilizzata (e più adatta a rappresentare le varianti di ogni singolo dialetto) è quella dell' Escolo dòu Po, di tipo fonetico (un simbolo o una combinazione di simboli corrispondono ad un suono), nata con l'Associazione il 14 Agosto 1961 a Crissolo da alcuni studiosi ed appassionati delle valli, del Piemonte e della Provenza. Questa grafia è simile a quella utilizzata da F. Mistral per il Provenzale.
Crissolo, 14/08/1961, l'acqua dei fiumi di Provenza viene versata nel Po
Esiste però anche una grafia Normalizzata (Alibertina), di impostazione etimologica, fondata sul dialetto Linguadociano ed in gran parte simile a quella utilizzata dai trovatori, quindi più centrale rispetto a all'intero territorio di influenza della Lingua d'Oc (maggiormente adatta alla comunicazione transfrontaliera con l'Occitania Granda ed alla lettura di testi in qualsiasi dialetto d'Oc, essendo basata sull'etimologia latina e sulla parentela con le altre lingue romanze e naturalmente ad eventuale uso a livello giuridico o scientifico). Questa grafia, forse al prezzo di perdere le peculiarità dei diversi dialetti, permette di comunicare ad un livello più ampio, superando i confini campanilistici delle piccole realta. Essa è indipendente dalla pronuncia locale (tutti scrivono nella stessa maniera, ognuno pronuncia secondo le regole del proprio dialetto) e permette di arrivare ad una lingua unitaria almeno a livello scritto.
Nel nostro sito utilizziamo sostanzialmente la prima, con qualche accorgimento per la parlata di Paesana e della Val Po in generale (ma, come sopra, se riportiamo testi di autori, conseviamo la grafia utilizzata negli originali). Esistono anche altre grafie ma di più raro utilizzo nelle Valli.
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[ 1 ] da uno scritto di Fredo Valla, scrittore di Ostana, nativo di S.Peyre
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LA STORIA E LA LINGUA D'OC
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